Processo ai fratelli Lombardo: Di Dio non risponde

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Nuova udienza, stamane, del processo a carico di Raffaele Lombardo e del fratello Angelo imputati di reato elettorale. L’udienza si tiene davanti al giudice monocratico della IV sezione del Tribunale, Michele Fichera. Questa mattina come preannunciato è presente il governatore della regione siciliana, Raffaele Lombardo, accompagnato da uno dei suoi legali di fiducia, il prof. Guido Ziccone.

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Questa mattina il presunto boss Rosario Di Dio, in qualità di imputato di reato connesso, collegato in videoconferenza, si è avvalso della facoltà di non rispondere. In un’intercettazione ambientale compiuta negli uffici della stazione di servizio, Di Dio parla con un amico di presunti favori elettorali fatti al governatore e di un incontro tra lui e i fratelli Lombardo avvenuto il 26 maggio del 2009 a casa sua mentre il capomafia era sottoposto alla sorveglianza speciale. Il boss parla di Raffaele Lombardo definendolo”un pezzo di mer..”, ”un gran cornuto” e ”gesuita”’.

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Tutto questo mentre insieme ad un amico ascoltano le notizie dei telegiornali sulla nuova giunta regionale composta anche da due magistrati. ”Alle prime elezioni regionali che ci sono state – intercettato dai Ros, Di Dio dice – questo gran bastardo aveva fatto un accordo con… a Catania. La sera prima delle votazioni.. avevo la sorveglianza speciale… è venuto con suo fratello Angelo… si è mangiato otto sigarette”. ”Io ho rischiato la vita e la galera per lui – afferma – e le cazzate che ha fatto lui….”. il boss gli avrebbe chiesto spiegazioni del perché non dispose un intervento nei suoi confronti che aveva ”un sacco di debiti con il consorzio” di bonifica della piana facendo aspettare suo figlio per due ore e mezzo senza riceverlo.

Il presidente Lombardo ha sempre negato la vicenda ma ha confermato di avere incontrato di dio nell’area di servizio per fare rifornimento di carburante.

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